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La gita del ponte dell'Immacolata, alla scoperta di alcuni autentici tesori naturalistici, architettonici e letterari a due passi dalla magnifica riviera jonica, tra Roccalumera, Savoca, Casalvecchio, Mandanici e Fiumedinisi. 

 

Il Parco Letterario Quasimodo

Dopo esserci ossigenati con l'aria pura che si respira da queste parti, siamo ridiscesi verso il mare, ritornando a Roccalumera, da dove ha avuto inizio la visita del Parco Letterario Salvatore Quasimodo denominato "La terra impareggiabile", nome con il quale il poeta amava definire la Sicilia, una sorta di mondo mitico in cui vibrava la stretta connessione tra l'uomo, i miti greci delle origini e il fascino dell'isola. Il percorso letterario ha avuto inizio dalla Torre Saracena che si innalza sul lungomare e che fu utilizzata in epoca medievale per difendersi dagli assalti dei pirati saraceni, ai cui piedi il poeta giocava da bambino insieme ai suoi fratelli, in quello che era il paese della famiglia paterna. Molti scorci della cittadina hanno ispirato le poesie di Quasimodo che, pur essendo nato a Modica ed essendo stato sballottato qua e là nella Sicilia orientale a causa del lavoro di ferroviere del padre, trascorreva lunghi periodi della sua infanzia tra i vicoli di questo centro della costa jonica, "una croce di case che si chiamano piano e che hanno paura di restare sole".

Il percorso è continuato appunto lungo i vicoletti acciottolati della cittadina, attraverso il tracciato dell'antica via consolare Valeria, costruita dai romani, che si inoltra nel quartiere dei pescatori, u' bagghiu, fino a raggiungere la stazione ferroviaria, dove è allestito uno spazio museografico con foto, lettere e oggetti del poeta che aiutano a ricostruire la sua vita e la sua carriera fino all'attribuzione del Premio Nobel, avvenuta nel 1959; qui si può visitare anche lo studio del poeta e diversi documenti fotografici sistemati in alcuni carrozzoni ferroviari, simili a quelli in cui Quasimodo abitò da bambino quando il padre fu trasferito a Messina subito dopo il rovinoso terremoto del 1908, quando non erano più rimaste case in piedi da abitare. Inutile dire che questo curioso particolare di una casa su ruote, una sorta di camper ante-litteram, ci ha fatto sentire il poeta più vicino...

Ma non si può vivere di sola cultura, soprattutto quando l'orologio scandisce le due del pomeriggio e la panza si contorce nell'aspettativa famelica di cibo… Per nostra fortuna, all'interno dello stesso Parco Letterario ci era stato preparato un brunch per degustare prodotti tipici siciliani, come la ricotta calda col siero, vari tipi di formaggi offerti direttamente dai pastori, e poi tante delizie sott'olio, per tacere del pane caldo, dei salumi genuini e del vino rosso; inutile dire che le nostre cavallette hanno messo entusiasticamente all'opera le loro mandibole, rafforzate poi dall'arrivo di un'ottima pasta con la ricotta e salsa di pistacchio che ha riconciliato i nostri eroi con il mondo intero, panze comprese. Dopo l'acquisto di marmellate dagli ingredienti inusuali e di creme di pistacchio, siamo risaliti di nuovo sul pulmino per l'ultima escursione della giornata
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